Depressione

Questo tipo di sofferenza esistenziale si affaccia alla vita delle persone di solito in seguito ad una perdita. Non è importante che qualcuno di caro venga a mancare, basta che una situazione, che la persona può anche pensare ininfluente, si modifichi.

Se infatti pensiamo bene a tutti i nostri ambiti quotidiani possiamo facilmente convenire che ci leghiamo a luoghi, persone, abitudini. Quando qualcosa cambia in questi ambiti, una parte di noi legata a quella circostanza muore, per far posto a qualcosa di nuovo che ancora non si approssima.

La depressione potrebbe essere descritta con l’aiuto di una metafora metereologica come un inverno della vita e, come la stagione, è spesso ciclica. Il soggetto è appunto come un orto secco, privo di linfa vitale. Certe volte nel dolore sperimentato dalle persone c’è qualcosa di troppo, qualcosa che rende il dolore ingiusto, posizionato male.

Così come in un orto tolte le erbacce tutto rientra nel suo spontaneo corso di sviluppo, così la coppia terapeutica si adopera in questi casi nel depurare il dolore dagli elementi disturbanti che bloccano il processo che porta al suo superamento. È giusto soffrire per qualcosa a cui tenevamo che abbiamo perso, però senza esagerare!

La terapia in queste occasioni non ha una componente pratica da risolvere, se non in minima parte. Questo la rende un percorso dove conta maggiormente l’intimità e la fiducia rispetto alla precedente, allungandone, molto spesso i tempi.

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